In ricordo di Ubaldo Rizzo

Ieri è morto Ubaldo Rizzo. Non ho avuto modo di conoscere personalmente Ubaldo. Ma è forte la traccia del suo contributo nella casa MCE. Il Movimento di Cooperazione Educativa ha perso un compagno, un militante, un punto di riferimento importante per la storia politico-pedagogica del MCE, la ricerca, l’editoria, che Ubaldo ha contribuito a costruire. Iscritto al gruppo MCE veneto, è stato segretario del Movimento dal dicembre 1976 al dicembre 1978. Erano anni difficili, molte erano le situazioni conflittuali nel contesto socio-politico e nello stesso MCE e Ubaldo riuscì a fare in modo che nella vita interna del Movimento le differenti posizioni politiche fossero vissute come occasione di confronto e di crescita cooperativa. Questo rende oggi il suo spirito di appartenenza al Movimento di Cooperazione Educativa estremamente attuale e di esempio. 

Anna D’Auria Segretaria nazionale MCE

Testimonianze

Una vita per la scuola
Ci hai lasciato la sera del primo settembre dopo una lunga, sofferta malattia.
Sei stato compagno di scuola, di università, di lotte, di MCE, amico di una vita. 
Assieme a te abbiamo fondato il gruppo territoriale MCE di Venezia Mestre (1971).
Con te, Riccardo, Adriana abbiamo istituito il primo tempo pieno in provincia di Venezia in un paesino sperduto nella ex bonifica, Torre di Fine (1972). Che anni!
Hai partecipato poi alla nascita del tempo pieno a Oriago di Mira. 
Abbiamo organizzato corsi di preparazione al concorso magistrale, itinerari educativi, gruppi di ricerca,  partecipato a stage e incontri nazionali e regionali, settembri pedagogici. 
Sei stato segretario nazionale del Movimento di cooperazione educativa dal 1976 al 1978 e membro della commissione editoria.
Giravi l’Italia ogni fine settimana per incontrare i gruppi territoriali. 
Il tuo impegno si è profuso nella CGIL scuola/FLC, nel ruolo di direttore didattico/dirigente scolastico, all’Università di Padova, nella ricerca sulla valutazione. 
Una vita piena che ci  ha donato stimoli ed energia per proseguire. Un vuoto incolmabile, il rimpianto di non esserti stato più vicino in questi lunghi, dolorosi mesi.

Giancarlo Cavinato

Intervista a Ubaldo Rizzo a cura della redazione Quaderni, febbraio 2005